diretto da Pietro Longhi e Daniela Petruzzi
Centro Teatrale Artigiano
Sede Fiscale: Via Monte Zebio 14/c 00195 Roma
Partita Iva e Codice Fiscale: 13195511004
SteveR
GAIA DE LAURENTIIS – Pietro Longhi
in
“DIAMOCI DEL TU”
di Norm Foster - Regia Enrico Maria Lamanna
Un
asettico
rapporto
di
lavoro
pluriennale
diventa
sorprendentemente
una
spassosa,
arguta
e
scintillante
relazione.
Come
un
fiore
sbocciato
al
momento
giusto,
la
storia
tra
un
burbero
e
scontroso
datore
di
lavoro
e
la
sua
ineffabile
collaboratrice
ci
offre
lo
spunto
per
una
commedia
deliziosa
che
cancella
di
colpo
la
ruggine
di
un
lungo
regime
di
incomunicabilità.
Ed
il
nuovo,
improvviso
scoprirsi
riscatta
sia
lui
che
lei
da
anni
di
solitudine
prendendo
molto
presto
una
piega
briosa
e
brillante.
Alle
volte
l’amore,
come
il
paradiso…può
attendere,
ma
al
momento
opportuno
sa
sempre
come
coinvolgere il nostro cuore.
Produzione: CENTRO TEATRALE ARTIGIANO
Caterina Vertova – Pietro Longhi
in
“LA MANO DEL DESTINO”
di Alain Teuliè - Regia Marco Carniti
La
mano
del
destino
è
la
romantica
commedia
che
ci
racconta
di
un
grande
amore
che
ritorna
dopo
molti
anni.
È
un
percorso
della
memoria,
ardente
e
affascinante.
Dolce,
divertente
e
doloroso
insieme.
Come
la
brace
sotto
la
cenere
può
far
divampare
nuovamente
le
fiamme,
così
l’incontro
tra
Lea
e
Paul
finisce
per
coinvolgere
profondamente
i
due
ex
amanti
in
modo
imprevedibile ed inconsueto.
Uno
spettacolo
sulle
mille
sfaccettature
dell’amore
e
del
rapporto
di
coppia,
ora
divertente
e
frizzante,
ora
denso
ed
opaco,
ora
passionale ed inarrestabile.
Produzione: CENTRO TEATRALE ARTIGIANO
da
Scritto da
Mary Ferrara
La mano del destino, il thriller a tinte
rosa
La
mano
del
destino
dell’autore
contemporaneo
Alain
Teuliè
per
la
regia
di
Marco
Carniti
è
il
thriller
psicologico
che
vede
protagonisti
Caterina Vertova
(
Lea
) e
Pietro Longhi
(
Paul
).
Lo
spazio
scenico
ispirato
dall’artista
Renata
Rampazzi
è
un
luogo
astratto,
riempito
solo
da
qualche
oggetto
di
scena
(candele,
un
tavolo,
qualche
libro
in
proscenio,
un
portatile)
e
da
veli
che
scandiscono
il
tempo
durante
il
quale
i
protagonisti
hanno
consumato
la
loro
storia
d’amore.
Una
storia che capiamo si è interrotta anni prima per volontà di Lea.
Portare in scena un thriller è un’impresa difficile, ma stimolante
Lea
è
un’attrice
che
ha
deciso
di
vivere
la
sua
vita
in
Canada
mentre
Paul
è
uno
scrittore
che
ha
interrotto
la
sua
carriera
politica
per
uno
scandalo
innescato
da
una
lettera
anonima.
Sarà
proprio
Lea
a
riaccendere
ricordi
e
rancori,
presentandosi
di
sorpresa
a
casa
di
Paul
ormai
intento
a
vivere
in
solitudine i suoi ultimi anni di vita.
In
un
gioco
fatto
di
parole
e
rari
sguardi,
distanti
fisicamente
per
la
maggior
parte
del
tempo,
si
snoda
la
storia
per
lasciare
che
il
pubblico
accetti
e
apprezzi
quello
che
viene
raccontato.
La
gestione
del
tempo
assume
un
ruolo
fondamentale,
insieme
alle
luci
che
ne
sottolineano
il
senso
e
ai
veli
che
salendo e scendendo sulla scena sollevano e crinano muri sulla storia.
E’
un
rapporto
particolare
quello
dei
protagonisti,
si
amano
di
un
amore
folle
e
spaventoso
ma
talmente
profondo
da
far
si
che
l’altro
abbia
in
mano
la
vita
dell’amato:
proprio
Paul
infatti
ha
chiesto
a
Lea,
molto
tempo
prima,
di
regalarle
la
morte
nel
giorno
del
suo
compleanno.
E’
una
richiesta
che
vuole essere esaudita e che, ora capiamo, ha spinto Lea di nuovo nella vita di Paul.
Certi
amori
sono
incomprensibili,
ce
lo
confermano
i
protagonisti
di
questa
storia,
spesso
prendono
strade
che
travolgono
e
assumono
pieghe
inaspettate.
E
sarà
proprio
una
sorpresa
il
finale
di
questa
storia.
Bravissimi
i
protagonisti
Longhi
e
Vertova
,
riescono
a
mantenere
la
tensione
per
tutto
il
tempo
dello
spettacolo
senza
cedere
mai
nemmeno
di
fronte
al
più
fastidioso
dei
rumori
fuori
scena.
Bellissimi
e
eleganti,
si
muovono
con
disinvoltura
tra
i
ricordi
e
il
loro
tormentato
amore.
Raramente
si
guardano,
raramente
si
toccano,
assorti
in
quello
che
è
loro
passato
si
destano
solo
il
tempo
necessario
per
l’epilogo del loro folle amore.
Il
regista
Marco
Carniti
ha
costruito
tutto
con
cura:
la
scelta
dei
pochi
elementi
di
scena,
pochi
dettagli
per
delineare
la
personalità
di
Lea
e
Paul
fino
alla
costruzione
della
storia
che
mai
fa
perdere
l’attenzione.
Un
contributo
importante
sono
le
luci
che
governano
i
sentimenti
e
le
sensazioni
in
modo
efficace
e
poetico.
Portare
in
scena
un
thriller
è
un’impresa
difficile
e
al
contempo
stimolante.
In
questo caso possiamo dire poeticamente vincente.
Paola Tiziana Cruciani – Pietro Longhi
in
“L'inquilina del piano di sopra”
di Pierre Chesnot - Regia Silvio Giordani
I
vicini
di
casa
sono
quasi
sempre
un
problema.
Per
Bernardo,
il
fatto
che
al
piano
di
sopra
sia
venuta
ad
abitare
Sofia,
rappresenta
un
vero
e
proprio
psicodramma
condominiale
con
deliziosa
sorpresa
finale.
L’incontro
sarà
un
allegro
cortocircuito
e
Bernardo
sarà
investito
da
uno
“tsunami”
di
problematiche
psicologiche
e
sentimentali
a
lui
sconosciute.
Commedia
di
fresca
e
travolgente
simpatia,
consolidato
successo
internazionale,
“l’inquilina
“di
Pierre
Chesnot,
tratta
temi
importanti
come
sesso,
incomunicabilità,
frustrazione
e
solitudine
in
un
modo
così
brillante
da
costringerci
a
ridere
persino
di
un
tentato
suicidio.
Garbatamente
ci
fa
riflettere
su
ciò
che
accade
realmente
nelle
nostre
case
e
negli
ordinati
palazzi
borghesi
delle
nostre
città
con
un’analisi
attenta
e
puntuale
della
nostra
piccola alienazione quotidiana.
Produzione: CENTRO TEATRALE ARTIGIANO
Corinne Clery - Enzo Casertano
in
“I soldi, no!”
di Flavia Coste - Regia di Silvio Giordani
Quante
volte
ci
siamo
sorpresi
a
sognare
di
vincere
al
Superenalotto
due
o
tre
milioni
di
euro?
Dieci
milioni,
magari?
Ma
sì,
tanto
è
solo
un
sogno!
Ma
che
faremmo
se
quel
sogno
bizzarro
si
avverasse?
Come
cambierebbe
la
nostra
vita?
Saremmo
in
grado
di
gestire
l’inevitabile
ondata
di
emozioni
contraddittorie?
Come
affronteremmo
le
nuove
preoccupazioni
e
i
nuovi
problemi
che
l’inaspettata
fortuna
porterebbe
con
sé?
È
questo
il
tema
della
commedia
“I
soldi,
no!”.
Non
è
sempre
facile
come
sembra
avere
in
tasca
tantissimi
soldi
ed
il
protagonista
della
vicenda,
Riccardo,
vince
ben
162
milioni
di
euro!
Come
dirlo
alla
moglie,
alla
madre,
agli
amici?
Oppure
non
dirlo?
Anzi,
addirittura,
rinunciare
alla
vincita
e
continuare
una
vita,
tutto
sommato,
serena?
Tra
una
madre
frizzante
e
vitale
ed
una
moglie
che
rivendica
per
sé
una
vita
più
movimentata
e
sorprendente,
Riccardo
ha
piedi
ghiacciati,
insonnia,
palpitazioni,
nausea
ed
euforia
insieme
a
mille
paure
inconfessabili.
Il
denaro
non
fa
la
felicità,
lo
sanno
tutti,
però,
come
dice
un
detto
popolare:
È
meglio
piangere
in
Mercedes che in Metropolitana!
Produzione: CENTRO TEATRALE ARTIGIANO
Roberto D'Alessandro
Enzo Casertano
in
“UN Matrimonio all'italiana”
di Roberto D'Alessandro
Regia Silvio Giordani
Il
vecchio
detto
popolare
“mogli
e
buoi
dei
paesi
tuoi!”
può
avere
ancora
valore
in
un
mondo
multietnico
e
globalizzato?
Con
questa
divertente
commedia
all’italiana
Robert
D’Alessandro
affronta
temi
complessi
e
problemi
irrisolti
della
nostra
società,
come
i
matrimoni
per
procura,
i
rapporti
con
le
badanti
dell’est
Europa,
l’immigrazione
in
generale
e
i
difficili
rapporti
tra
le
persone
anche
all’interno
di
uno
stesso
nucleo
familiare.
Improvvisamente,
Durante,
uomo
di
mezza
età,
vedovo
e
particolarmente
parsimonioso,
decide
di
risposarsi
mettendo
scompiglio
nella
propria
famiglia.
La
sorella
Mena,
il
figlio
Geppino
ed
il
fratello
della
compianta
moglie,
Ciro,
vivono
infatti
con
lui
sotto
lo
stesso
tetto
in
un
equilibrio
precario
e
totalmente
dipendenti
dal
denaro
del
capofamiglia.
L’avvenente
mogliettina
“straniera”
procurata
dall’agenzia
matrimoniale
internazionale
a
cui
Durante
si
è
rivolto,
che
si
aggira
per
casa
come
una
pericolosa
pantera
metterà
presto
a
dura
prova
la
“sua”
nuova famiglia tra colpi di scena inaspettati e situazioni tragicomiche travolgenti.
Produzione: CENTRO TEATRALE ARTIGIANO