Edoardo siravo MIRIAM MESTURINO
in
I SIGNORI BARBABLU’
da un racconto di
GERALD VERNER
e con
LUCIA RICALZONE, PIERFRANCESCO MAZZONI, MARIA CRISTINA GIONTA
regia di
SILVIO GIORDANI
In
un
cottage
della
campagna
inglese
arrivano
i
nuovi
affittuari:
due
coniugi
non
più
giovanissimi
freschi
di
matrimonio.
Si
sono
sposati
appena
conosciuti:
il
cosiddetto
colpo
di
fulmine!
L’isolamento
della
casa
circondata
dal
bosco,
solo
i
rumori
della
natura,
nessun
villaggio
nelle
vicinanze,
sembrano
presagire
una
bella
e
rilassante
luna
di
miele.
Ma
è
bene
essersi
sposati
in
fretta?
Non
sarebbe
stato
meglio
approfondire
la
conoscenza,
apprendere
i
rispettivi
gusti,
scoprire
le
abitudini
o
le
piccole
manie
di entrambi?
Forse
no,
ma
anche
sì!!!
Ed
ecco
che
ora
dopo
ora,
giorno
dopo
giorno,
il
vero
carattere
dei
due
viene
alla
luce,
e
non
tutto
sembra
o
è
come
ciascuno
aveva
immaginato
dell’altro.
Ed
ecco
che
quello
che
sembrava un matrimonio felice si avvia a diventare una trappola “mortale”.
In
questo
precario
contesto,
si
inseriscono
la
premurosa
e
fin
troppo
presente
padrona
di
casa,
un
medico dall’aspetto e dai modi ambigui, la servetta un po’ tonta che forse non lo è tanto.
Insomma,
bastano
poche
battute
iniziali
e
niente
sembra
più
essere
come
appare:
dietro
sorrisi,
carezze, sguardi languidi e premure, potrebbe nascondersi l’esatto contrario di ogni cosa.
Le sorprese non tarderanno ad arrivare ed il finale sorprenderà tutti, anche e soprattutto gli spettatori!
Produzione: CENTRO TEATRALE ARTIGIANO
Disponibilità: aprile-maggio 2019
diretto da Pietro Longhi e Daniela Petruzzi
Commedia
divertentissima
sulla
vita
di
coppia
del
grande
autore
americano
con
quattro
attori
e
una
serie
di
quadri
vivacissimi
sulle
contraddizioni
dei
rapporti
d’amore
nella
convulsa
società
contemporanea.
Piena
di
spunti
comici
e
di
battute
fulminanti
la
commedia
ci
racconta
la
storia
di
Myra,
una
donna
dalla
forte
e
complessa
personalità
che
incontrando
il
riservato
e
introverso
Leonardo,
decide
immediatamente
di
volerlo
sposare
ad
ogni
costo.
Leonardo,
dal
canto
suo,
travolto
dal
ciclone
Myra,
subisce
inevitabilmente
l’energia
di
lei
e
i
suoi
numerosi
parenti
che
si
insinuano
nella
loro
non
proprio
serena
vita
di
coppia.
Ma
Leonardo
è
innamorato
e
concede
a
Myra
praticamente
tutto,
fino
a
rischiare
la
propria
autodistruzione.
Dopo
alcuni
mesi
di
complicata
vita
matrimoniale,
Myra
realizza
però,
che
la
parte
più
emozionante
di
un
rapporto
è
la
“caccia”,
con
la
conseguente
“cattura”
della
preda
maschile
e
non
già
quella
monotona
vita
matrimoniale
che
pure
le
sembrava
così
desiderabile.
Vera
mantide
religiosa,
si
libererà
di
Leonardo
con
estrema
semplicità
e
lui
sarà
costretto
a
leccarsi
le
ferite
e
a
rimettere
insieme
le
macerie
del
suo
cuore
cercando
rifugio
in
compagne
meno
sconvolgenti.
Myra
potrà
invece
dedicarsi
come un serial killer a nuove avventure con nuove prede….
Divertimento
ed
acuta
analisi
delle
difficoltà
delle
relazioni
di
coppia
nella
nostra
sconcertata
società.
Si
ride
tanto
ma
alla
fine
si
riflette
anche
sul
difficile
mondo
che
abbiamo
costruito
con
la
disintegrazione
dei
vecchi
schemi
e
la
liquidità
dei
rapporti
odierni
che
spesso
tendono
a
confondere
virtuale e reale.
Produzione: CENTRO TEATRALE ARTIGIANO
Disponibilità: dal 28 gennaio 2019 al 17 marzo 2019
Compagnia formata da 4 attori + 3 tecnici.
PIETRO LONGHI
PAOLA TIZIANA CRUCIANI
in
GENTE DI FACILI COSTUMI
di
Nino Manfredi e Nino Marino
regia di Silvio Giordani
“Gente
di
facili
costumi”
è
una
commedia
che
sviluppa
in
maniera
paradossale
un
fondamentale
problema
etico.
In
una
società
come
la
nostra,
dove
tutto
si
avvilisce
e
corrompe,
che
valore
hanno
ancora
l’onestà,
la
dignità
e
il
rispetto
dei
valori
umani?
Gli
ideali
politici
sono
al
servizio
di
interessi
privati,
la
creatività
e
la
fantasia
servono
all’imbonimento
pubblicitario,
i
valori
più
elevati
sono
svenduti
e
liquidati
e
tutto
è
asservito
all’utile.
Paradossalmente
quello
che
è
rimasto
più
coerente
a
sé
stesso
è
il
mestiere
più
antico
del
mondo.
Le
prostitute
hanno
continuato
a
fare
ciò
che
hanno
sempre
fatto con chiarezza, senza sottintesi o simulazioni: oseremmo dire “onestamente”.
Un
intellettuale
e
una
prostituta,
protagonisti
della
commedia,
assumono
il
ruolo
emblematico
di
rappresentanti
di
questa
mutevole
società:
lui
presume
di
appartenere
alla
casta
detentrice
del
potere
culturale,
lei,
la
peccatrice,
l’emarginata
si
esprime
invece
con
il
molto
personale
linguaggio
della
“verità”.
Con
ironia
ed
umorismo
attraverso
il
divertente
incontro-scontro
tra
i
due,
la
commedia
ci
mostra che siamo diventati un po’ tutti “gente di facili costumi”……… esclusi i presenti, naturalmente!
Disponibilità : dal 21 ottobre al 29 dicembre 2018.
Produzione: CENTRO TEATRALE ARTIGIANO
in
IL GUFO E LA GATTINA
di
di Bill Manhoff
regia di Silvio Giordani
“Il
gufo
e
la
gattina”
è
una
straordinaria
macchina
per
attori.
Una
favola
moderna
basata
su
una
comica
astrazione.
Due
mondi
opposti
che
finiranno
inevitabilmente
per
avvicinarsi.
Temi
importanti
come,
sesso,
incomunicabilità,
solitudine,
frustrazione,
vengono
trattati
con
una
mano
di
vernice
così
brillante
che
riescono
a
farci
ridere
e
divertire
anche
mentre
riflettiamo.
Felix,
il
gufo,
con
la
sua
scontrosa
tenerezza
e
sogni
sproporzionati
alle
proprie
capacità
e
Doris,
la
gattina,
cantante
di
piano
bar
ma
anche
attricetta
squillo
con
poca
cultura
e
tanta
ingenuità,
si
incontrano
e
si
scontrano
imparando
a
farsi
compagnia
e
forse,
ad
amarsi.
Commedia
di
fresca
e
travolgente
simpatia
con
Pietro
Longhi,
nella
parte
del
gufo
apparentemente
insensibile
al
fascino
femminile
e
Rita
Forte,
gattina
svampita
dalla
voce
suadente e melodiosa.
Disponibilità : dal 21 ottobre al 29 dicembre 2018.
Produzione: CENTRO TEATRALE ARTIGIANO
Disponibilità: febbraio-marzo 2019
in
UOMINI TARGATI EVA
di
di Pino Ammendola e Nicola Pistoia
regia di Silvio Giordani
Siamo
in
una
piccola
officina
ai
margini
della
città,
in
una
calda
e
pigra
notte
di
ferragosto.
I
titolari,
Pino
e
Ciccio,
sono
due
meccanici
che
incarnano
due
modi
diversi
di
vedere
la
vita
e
gestire
il
lavoro.
Pino
è
meticoloso
e
attento,
un
perfezionista
innamorato
di
tutto
ciò
che
fa.
L’altro,
un
po’
cialtrone
cerca
di
sbarcare
il
lunario
faticando
il
meno
possibile.
Nicola
è
il
“ragazzo”
di
bottega,
anche
se
ha
superato
da
un
pezzo
gli
“anta”,
solo
al
mondo,
vive
praticamente
nell’officina.
L’arrivo
improvviso
di
una
donna
bellissima
e
misteriosa
di
nome
Eva
sconvolge
il
microcosmo
dei
tre
uomini.
La
timidezza
imbarazzante
di
Nicola
(Enzo
Casertano),
la
poetica
tenerezza
di
Pino
(Giuseppe
Cantore),
la
carnalità
primitiva
e
schietta
di
Ciccio
(Fabio
Avaro)
combinano
una
miscela
esplosiva
che
scatena
situazioni
paradossali,
dando
vita
ad
una
commedia
brillante
e
divertente,
dove
emerge
la
solita
ed
irrimediabile
goffaggine
degli
uomini.
L’arrivo
di
un
quarto
uomo
inquietante
e
persino
minaccioso
(Lallo
Circosta)
innesca
il
detonatore
delle
risate
più
sonore.
Dopo
il
grande
successo
di
“Uomini
stregati
dalla
luna”
il
quartetto
si
ripropone
in
un’altra
gioiosa
avventura
passando
con
disinvoltura
in
una
diversa
atmosfera, conservando però la medesima caleidoscopica comicità.
Produzione: CENTRO TEATRALE ARTIGIANO
Contatti: Pietro Longhi (337.746811)
pielonghi@tiscali.it
Fabio Avaro
Lallo Circosta
Giuseppe Cantore
Enzo
Casertano
Centro Teatrale Artigiano
Sede Fiscale: Via Monte Zebio 14/c 00195 Roma
Partita Iva e Codice Fiscale: 13195511004
SteveR
Questo
autore
è
stato
spesso
considerato
dai
suoi
contemporanei
“troppo
moderno”
ed
ha
scritto
sei
commedie
“palliate”
ispirate
quindi
ad
un
modello
greco,
diversamente
dalle
“togate”
di
ambientazione
romana,
operando
una
vera
e
propria
riforma
nell’ambito
di
questo
genere,
inserendovi
nuovi
contenuti
ideologici
ed
attingendo
nella
“NEA”
la
commedia
nuova
ellenica
di
cui
Menandro
è
l’esponente
più
noto.
La
carriera
drammaturgica
di
Terenzio,
non
fu
certo
facile
come
quella
di
Plauto,
forse
perché
nella
sua
opera
non
troviamo
l’esuberanza,
le
acrobazie
verbali,
i
giochi
di
parole
del
sarsinate.
Terenzio,
infatti,
usa
uno
stile
ed
un
linguaggio
sobrio,
naturale,
all’insegna
della
compostezza
e
della
semplicità
evitando
espressioni
popolari
e
volgari
in
omaggio
forse
all’esigenza
di
equilibrio
e
di
raffinatezza
che
egli
mutuava
dal
sofisticato
circolo
scipionico
di
cui
faceva
parte.
Anche
la
“contaminatio”
è
usata
da
Terenzio
in
maniera
diversa
dagli
altri
autori
latini
non
ibridando
una
commedia
con
una
mescolanza
di
varie
commedie
greche,
ma
inserendo
una
intera
scena
desunta
da
altri
drammi
all’interno
di
una
sola
commedia
greca
usata
come
modello.
Nel
Teatro
“naturalistico”
di
Terenzio
troviamo
una
suspance
nuova.
Lo
spettatore
è
coinvolto
emotivamente
nelle
vicende,
prova
le
stesse
emozioni
dei
personaggi
e
l’autore
non
consente
procedimenti
“metateatrali”
cioè
non
vuole
che
venga
mai
interrotta
l’illusione
scenica
e
al
contrario
di
Plauto
che
tendeva
solo
a
divertire,
cerca
di
trasmettere
un
messaggio
morale.
Nasce,
insomma
un’attenzione
sociale
che
allora
era
una
vera
e
propria
rivoluzione
culturale
con
dentro
un
messaggio
di
HUMANITAS.
“…homo
sum,
humani
nihil
a
me
alienum
puto…”
(sono
un
uomo
e
niente
di
ciò
che
è
umano
considero
a
me
estraneo…)
Aprirsi
agli
altri,
rinunciare
all’egoismo,
comprendere
i
propri
limiti
ed
essere
indulgente
nei
confronti
degli
errori
degli
altri:
in
una
parola
essere
tolleranti
e
solidali.
Ed
è
così
che
i
personaggi
di
Terenzio
si
allontanano
miglia
e
miglia
da
quelli
pacchiani,
spregiudicati,
egoisti
e
truffaldini
di
Plauto.
La
nuova
comicità
non
è
più
nella
battutaccia
o
nell’intrigo
e
risiede
più
nel sorriso che nel riso, un sorriso talvolta venato di riflessione e meditazione.
Menandro,
l'autore
più
rappresentato
della
"commedia
nuova",
considerato
dagli
antichi
greci
secondo
solo
ad
Omero,
fu
per
molto
tempo
poco
più
di
un
nome.
Alcuni
fortunati
ritrovamenti
di
papiri
hanno
permesso
alle
sue
commedie
di
riemergere
dalle
nebbie
del
tempo.
Molte
commedie
sono
incomplete,
ma
altre
hanno
permesso
di
tratteggiare
una
chiara
immagine
della
straordinaria
capacità
del
loro
autore.
La
donna
di
Samo
del
titolo
è
Criside,
già
etèra
e
poi
compagna
di
un
benestante
Demea,
mercante
di
Atene.
Attorno
alla
figura
della
donna
ruotano
le
vicende
di
due
famiglie
in
un
intreccio
di
amori,
equivoci
e
inganni
che
si
scioglie
nell'immancabile
lieto
fine.
Menandro
è
abilissimo
nel
descrivere
le
tensioni,
la
fragilità,
le
astuzie
della
"nuova
società"
ateniese
verso
la
fine
del
IV°
secolo
a.C.
L'opera
può
essere
definita
una
vera
commedia
degli
equivoci
e,
nonostante
tutti
si
comportino
in
assoluta
buona
fede
e
manchi
la
figura
del
malvagio,
la
situazione
rischia
sempre
di
precipitare.
La
figura
femminile
di
Criside
spicca
per
la
sua
sensibilità
e
modernità.
La
donna
accetta
accuse
ingiuste
e
anche
di
essere
cacciata
di
casa
senza
ribellarsi,
solo
per
solidarietà
femminile.
Anche,
Demea,
il
protagonista
maschile
ha
una
sua
originalità.
E'
la
trasformazione
menandrea
di
un
classico
personaggio
comico
del
passato
:
l'uomo
maturo
innamorato
di
una
giovane
che
da
comico,
nella
scrittura
elegante
di
Menandro,
si
trasforma
in
controverso
personaggio
dai
mille
risvolti
psicologici
che
lotta
con
se
stesso
ma
non
può
impedirsi
di
essere
roso
dalla
gelosia.
Menandro
non
genera
mai
momenti
di
pura
ilarità,
ma
grazie
ad
un
senso
del
comico
molto
sottile
fa
sorridere
molto
di
pregi
e
difetti
dei
vari
individui
che
compongono
la
sua
intrigante
umanità.
Non
ci
sono
più
i
grandi
temi
del
passato,
le
grandi
passioni,
i
grandi
obiettivi.
La
Grecia
di
Menandro
si
guarda
dentro
di
se
in
una
introspezione
quasi
attonita
e
la
famiglia,
o
meglio
il
microcosmo
familiare
diviene il punto focale dell'indagine poetica.