Tre
infermiere
ausiliarie
di
una
casa
di
cura
per
lungodegenti
sono
licenziate
da
un
giorno
all’altro.
Annientate
dalla
notizia,
precipitano
prima
nella
disperazione
e
poi
decidono
di
inscenare
una
protesta.
Ma
la
crisi
economica
ha
riempito
il
mondo
di
disperati
come
loro
e
nessuno
presterà
attenzione
a
tre
semplici
infermiere.
A
suggerirgli
come
emergere
nel
mare
di
disgraziati
è
Oscar,
un
paziente
della
casa
di
cura
ed
ex-sindacalista
che
spiega
alle
tre
che
devono
compiere
un
gesto
eclatante,
qualcosa
di
talmente
grande
che
le
porti
in
televisione
e
faccia
conoscere
a
tutti
la
loro
storia. E le tre infermiere lo fanno.
Una
commedia
sulla
crisi,
per
provare
a
riderne
ma
anche
a
riflettere
su
una
situazione
che
coinvolge
sempre
più
persone,
e
che però non deve mai far smettere di sperare in futuro migliore.
LA NOTTE DELLA TOSCA
di Roberta Skerl
con Pietro Longhi, Gabriella Silvestri, Claudia Ferri e Annachiara Mantovani
e con la partecipazione di Pierre Bresolin
scenografia di Lorenzo Zollo
costumi di Lucia Mariani
disegno luci di Sacha Donninelli
aiuto regia Olimpia Alvino
sarta di scena Elisabetta Viola
musiche a cura di Eugenio Tassitano
foto di scena di Stefano Giorgi
regia di Silvio Giordani
“La
notte
della
Tosca'
è
il
riscatto
contro
i
nuovi
Scarpia,
almeno
quelli
teatrali…
La
commedia
sposta
l'attenzione
del
pubblico
dal
melodramma
pucciniano
al
dramma
del
tutto
contemporaneo
della
mancanza
di
lavoro
…
Il
finale
è
toccante
e
va
visto
in
teatro.
La
commedia
non
risolve
il
problema
del
lavoro,
ma
ha
il
pregio
di
dare
un
ulteriore
stimolo
a
dibattiti
personali
e
sociali
che
vorremmo
rimanessero
solo
e
sempre
confinati
alle
tavole
di
un
palcoscenico,
ma
così
non
è,
anzi”.
(
Media&Spiario)
“La
pièce
da
una
notevole
spinta
sociale
e
sindacale
e
riesce
ad
essere
divertente,
in
alcuni
punti
addirittura
commovente. E’
capace
di
trattare
con
acuta
sensibilità
e
delicata
ironia
il
tema
della
perdita
del
lavoro,
condizione
indispensabile
per
ciascuno
di
noi,
e
l’unica
cosa
che
possa
far
sognare
a
tutti
un
futuro migliore“.
(Global Press)
“La
Notte
della
Tosca
pone
l’accento
sulla
straordinarietà
delle
storie
quotidiane
,
sui
drammi
di
ogni
giorno
di
fronte
ai
quali
le
persone
mostrano
lati
di
sé
sorprendenti.
Persone
assolutamente
comuni
trascinate
dalle
vicissitudini
della
vita
ad
affrontare
le
difficoltà
con
un
coraggio
che
si
trova
solo
in
certi
libri.
O
a
Teatro...
Le
tre
donne,
tre
bravissime
attrici,
mostreranno
una
forza
d’animo
inaspettata
anche
ai
propri
occhi.
Hanno
diverse
età
ma
comune
destino:
quello
di resistere
al
disagio
sociale,
nell’incubo
di
un
futuro
senza
reddito per
mandare
avanti
famiglie
con
figli
e
mariti
a
carico.
Da
un
franco
scambio
di
vedute
tra
l’anziano
rassegnato
e
le
licenziate
disperate,
nascerà
un
atto
di
ribellione
estrema
ed
esaltante
per
la
dignità
del
lavoro…
accompagnato
dalle
arie
meravigliose
dei
celebri
autori”.
(contrappunti.info)
“Per
la
notte
della
Tosca,
una
sola
parola:
poetico.
Il
tema
della
perdita
del
lavoro
oggi
è
abbastanza
diffuso
e
lo
spettacolo
prova
a
instillare
negli
spettatori
anche
un
senso
di
speranza,
ricordando
che
le
donne
non
sono
quelle
delle
mimose
dell’otto
marzo,
ma
sono
le
donne
della
resistenza,
le
donne
che
hanno
lottato
per
i
propri
diritti.
Donne
con
la
D
maiuscola
come
lo
sono
Ivana,
Anna
e
Linda...
uno
spettacolo
poetico,
perché
le
musiche
di
Puccini
accompagnano
il
pubblico
durante
tutta
l’opera
e
insieme
al
testo
regalano
più
di
un
brivido.
E
poetico
perché
mentre
scappa
una
lacrima,
forse,
alla
fine,
si
arriva
anche a pensare di poter sognare, nonostante tutto, un futuro migliore.
(Unfolding Roma)
Occupare
la
terrazza
di
Castel
Sant’Angelo
per
far
valere
i
propri
diritti,
per
urlare
la
propria
disperazione,
per
farsi
ascoltare
dalle
autorità
e
dalla
massa
indifferente.
Questo
consiglia
Oscar,
ex
delegato
sindacale
delle
Ferrovie
dello
Stato
e
ora
degente
in
casa
di
riposo,
alle
tre
infermiere
che
da
anni
lo
accudiscono
quando
improvvisamente
ricevono
una
lettera
di
licenziamento.
La
casa
di
cura
sta
per
essere
trasformata
in
albergo
di
lusso
e
le
donne
si
ritrovano
da
un
giorno
all’altro
senza
lavoro:
una
è
sola
con
due
figli
da
mantenere,
un’altra
incinta,
la
terza
ha
un
marito
in
cassa
integrazione.
Vedendole
sprofondate
nello
sconforto,
sarà
il
vecchio
paziente
appassionato
d’opera
lirica,
ormai
malato
e
prossimo
alla
fine,
a
spronarle
nella
nuova
avventura,
ad
infondere
in
loro
il
coraggio
di
alzare
la
testa
e
reclamare
la
propria
dignità.
Rinvigorito
lui
stesso
dal
ricordo
delle
antiche
battaglie,
ispirato
dall’amore
per
la
lirica
e
in
omaggio
alla
Tosca
fiera
e
mai
remissiva,
sarà
con
loro
nel
gesto
clamoroso
ed eclatante, per richiamare l’attenzione dei media, unica via oggi per essere ascoltati.
“La
Notte
della
Tosca”
è
una
commedia
brillante,
estremamente
gradevole
e
divertente,
firmata
da
Roberta
Skerl,
di
cui
ben
si
riconosce
la
scrittura
scorrevole
e
la
capacità
di
trattare
tematiche
sociali
e
spesso
drammatiche
con
delicatezza
ed
ironia.
La
regia
equilibrata
e
attenta
di
Silvio
Giordani
ben
accompagna
il
testo;
si
ride
senza
perdere
di
vista
la
drammaticità
del
tema
e
sia
le
battute
che
le
caratterizzazioni
dei
personaggi
divertono
senza
dover
ricorrere
ad
eccessi
o
forzature.
Le
interpreti
femminili,
Gabriella
Silvestri,
Claudia
Ferri
e
Annachiara
Mantovani,
oscillando
tra
sfoghi
isterici
di
rabbia,
crisi
di
pianto
e
momenti
di
penosa
disperazione,
offrono
tre
interpretazioni
riuscite
e
naturali
mentre
il
sempre
convincente
Pietro
Longhi
è
il
burbero
Oscar,
spassosamente
lapidario
e
sarcastico,
passionario
e
determinato
nel
dare
coraggio
alle
sue
infermiere.
Il
ritmo
è
veloce,
i
toni
spontanei,
le
battute
sferzanti
e
il
tocco
di
romanità
nella
cadenza
dei
personaggi
aggiunge
autenticità
senza
essere
greve.
Con
gusto
dolce-amaro
lo
spettacolo
ritrae
una
società,
dolorosamente
reale,
in
cui
ognuno
finisce
per
accontentarsi
di
una
vita
di
lavori
precari
e
sicurezze
economiche
inadeguate
e
in
cui
anche
il
più
ingiusto licenziamento necessita di un gesto sensazionale per risvegliare lo sdegno altrui.
Le
musiche,
coinvolgente
selezione
delle
più
famose
arie
d’opera,
sono
curate
da
Eugenio
Tassitano
e,
insieme
alle
affascinanti
scenografie
firmate
da
Lorenzo
Zollo,
arricchiscono
l’intero
spettacolo
di
intensità
e
atmosfera.
Le
scene,
che
nel
primo
atto
ricostruiscono
la
stanza
del
paziente
e
lo
spogliatoio
delle
infermiere
nella
casa
di
cura,
colpiscono
alla
riapertura
del
sipario
con
una
meravigliosa
vista
su
Roma da Castel Sant’Angelo.
E
forse
la
poesia
più
bella,
la
boccata
d’aria
e
di
speranza,
è
proprio
nella
maestosità
del
cielo
infuocato
al tramonto sui tetti di Roma mentre le note struggenti e maestose dell’Opera riempiono l’aria.
Articolo di: Michela Staderini
Alcuni
anni
prima
una
coppia
di
attori
famosi
Ugo
e
Gigì
(Pietro
Longhi
e
Gabriella
Silvestri)
erano
una
ditta
formidabile
che
riempiva
i
teatri.
Amanti
ideali,
in
scena
come
nella
vita
i
due
hanno
però
perduto
il
loro
pubblico
tra
separazioni,
addii,
intemperanze,
alcool
e
sregolatezze
varie.
Ora
lui
vivacchia
in
teatri
di
terz’ordine,
lei
si
è
appena
disintossicata
dall’alcool,
ma
un
agente
teatrale
ha
l’idea
di
rimetterli
insieme
per
provare
a
riconquistare
il
favore
del
pubblico
con
la
mitica
coppia
del
passato.
L’operazione,
rischiosissima,
dato
il
carattere
esplosivo
dei
due,
viene
affidata
ad
un
regista
di
provata
esperienza
(Antonello
Costa)
che
dovrà
moderare
gli
eccessi
dei
due
istrioni.
La
coppia
“scoppiata”
a
suo
tempo
viene
ricomposta
e
addirittura
tra
i
due
rinasce
l’amore
ma
la
miscela
che
si
viene
a
creare
alle
prove
è
esplosiva.
Suspense,
comicità
intelligente,
incontri
di
pugilato,
abbracci
memorabili,
sotterfugi
e
ubriacature.
La
commedia
in
commedia
mai
come
in
questo
caso
è
stata
un’arma
vincente per divertire il pubblico.
La
nostra
passione
per
SIMENON
ci
ha
spinto
a
mettere
in
scena
una
delle
storie
di
Maigret
che
hanno
un
più
sicuro
impianto
teatrale.
In
“Maigret
al
Liberty
Bar”
il
famoso
commissario
vive
un’esperienza
straordinaria,
fuori
dal
normale
anche
per
un
uomo
della
sua
tempra.
Cercando
di
scoprire
l’assassino
di
Mister
Brown,
Maigret
si
cala
intere
giornate
nella
penombra
accogliente
del
Liberty
Bar,
accanto
a
Jaja,
una
donna
piena
di
passione,
fragilità,
tenerezza
e
rimpianti
alla
ricerca
di
una
ottusa
felicità
fatta
di
ubriacature
e
voglia
di
normalità.
In
quel
microcosmo,
nebuloso
e
comodo
che
ricorda
una
fumeria
d’oppio
vive
anche
Sylvie,
una
giovane
prostituta
con
la
sua
avvenenza
brutale.
Maigret
intuisce
la
rete
di
relazioni
intime
e
disperate
che
c’è
dietro
il
racconto
semplice
di
una
morte
per
omicidio;
diventa
anche
lui
parte
del
paesaggio,
bevendo
con
Jaja
e
Sylvie,
penetrando
quel
delicato
tessuto
connettivo
umano
fatto
di
relitti
che
cercano
pace
senza
riscatto.
Alla
fine
Maigret
verrà
a
capo
del
mistero
:
una
piccola
storia
d’amore.
Una
piccola,
dolorosa
storia
d’amore.
Portare
in
scena
Simenon
è
un’operazione
che
ci
esalta
e
che
sta
suscitando
un
enorme
interesse
presso
gli
innumerevoli
cultori
del
mito
di
Maigret
e
intendiamo
trasmettere
al
pubblico
la
stessa
atmosfera
e
le
stesse
suggestioni
raccontate
dall’autore
nei
suoi
romanzi, curando particolarmente il profilo psicologico dei personaggi.
MAIGRET AL LIBERTY BAR
di Georges Simenon
con Paola Gassman, Pietro Longhi, Miriam Mesturino, Pierre Bresolin, Geremia Longobardo, Paolo
Perinelli, Alessandro Loi
regia Silvio Giordani
scene Mario Amodio - costumi Adelia Apostolico - aiuto regia Olimpia Alvino - disegno luci Sacha
Donninelli - sarta di scena Elisabetta Viola - amministrazione Giuseppe Varano
Aspetto
distinto,
modi
burberi,
accanito
bevitore,
instancabile
fumatore
di
pipa:
è
il
Commissario
Maigret,
creato
dalla
penna
di
Georges
Simenon
nel
1929
e
protagonista
di
oltre
100
opere
tra
romanzi
e
racconti.
Sul
palco
ha
invece
i
modi
bruschi
e
insieme
benevoli
e
la
voce
profonda
e
cadenzata
di
Pietro
Longhi.
E’
lui
ad
inaugurare
la
stagione
2015/2016
del
suo
teatro
romano
vestendo
perfettamente
i
panni
del
famosissimo
commissario
francese,
chiamato
stavolta
a
indagare
su
un
delitto
in
Costa
Azzurra.
La
vittima
è
un
certo
William
Brown
,
australiano
che
da
anni
vive
ad
Antibes
con
l’amante
e
la
vecchia
madre
ma
che
ama
trascorrere
il
suo
tempo
al
Liberty
Bar.
Qui
si
muovono
le
due
protagoniste
femminili:
Jaja,
la
proprietaria
del
locale,
è
una
donna
fragile
dedita
all'alcol
e
alle
passeggiate,
mossa
da
passioni
e
sentimenti
contrastanti;
Sylvie
è
invece
una
giovane
e
avvenente
prostituta
che
Jaja
ha
accolto
nel
suo
mondo.
Vanno
e
vengono
poi
un
tipo
poco
raccomandabile,
l'ispettore
di
polizia,
il
medico
che
da
anni
ha
in
cura
la
vecchia
Jaja,
il
figlio
di
Brown
arrivato
dall’Australia.
Tutti,
anche
la
vittima,
ruotano
intorno
al
Liberty
Bar,
piccolo
locale
dall'atmosfera
fumosa
che
Jaja
ha
reso
un
rifugio
per
anime
perse
,
un
ambiente
silenzioso
e
confortevole,
al
riparo
dalla
calura
della
croisette
e
dalla
vita
mondana
di
Cannes.
E’
in
quest'ambiente
e
tra
queste
figure
che
dovrà
indagare
Maigret
per
scoprire
la
verità.
Lo
farà
immedesimandosi
nel
Signor
Brown,
facendo
sua
l'abitudine
della
vittima
di
trascorrere
lunghe
ore
al
bar,
di
pranzare
con
Jaja
e
Sylvie,
di
servirsi
autonomamente
al
bancone,
di
lasciarsi
contagiare
dall'atmosfera
del
Liberty
Bar.
Al
solito,
Maigret
non
segue
gli
indizi
ma
il
suo
istinto,
non
esamina
il
cadavere
ma
indaga
nella
psicologia
delle
persone
.
E
solo
immergendosi
nelle
relazioni
disperate
che
legano
i
personaggi
e
nella profondità dei loro caratteri, il Commissario scoprirà la verità nascosta...
“Liberty
Bar”
fu
scritto
da
Simenon
nel
1932
e,
dopo
alcune
trasposizioni
televisive,
fu
adattato
per
il
teatro
francese
nel
1955.
Ora
finalmente
arriva
anche
in
Italia.
E'
la
prima
volta
del
Commissario
Maigret
sui
palcoscenici
italiani
e
a
volerlo
fortemente
è
stato
il
regista
Silvio
Giordani
che,
mosso
da
una
passione
decennale
per
i
casi
di
Maigret,
dopo
lunghe
trattative
ne
ha
ottenuto
i
diritti
scegliendo
tra
i
romanzi
di
Simenon
quello
che,
grazie
all’ambientazione
unica
e
alla
molta
riflessione
e
poca
azione,
aveva
un
più
sicuro
impianto
teatrale.
Lo
spettacolo
ha
debuttato
a
luglio
durante
il
Festival
Teatrale
di
Borgio
Verezzi
(SV)
suscitando
subito
un
bell'interesse
tra
i
cultori
di
Maigret.
L'attenta
cura
nel
ricreare
le
atmosfere
tipiche
dei
romanzi
e
l'accurato
delineare
il
carattere
dei
personaggi
e
le
motivazioni
psicologiche
delle
loro
azioni,
fanno
sì
che
le
aspettative
del
pubblico
non restino deluse.
Tutto
nello
spettacolo
di
Giordani
è
estremamente
curato.
Le
musiche
suggestive,
in
parte
estratte
dalla
colonna
sonora
originale
della
famosa
serie
televisiva
e
in
parte
scelte
ad
hoc,
creano
la
giusta
atmosfera spaziando da Juliette Greco a Luigi Tenco a Edith Piaf.
La
scenografia
di
Mario
Amodio
,
nella
semplicità
dell’ambiente
unico,
riproduce
l'interno
-
familiare
e
un
po’
retrò
-
del
Liberty
Bar
con
tavolini,
slot-machine,
poltrone,
il
bancone
del
bar
e
due
belle
vetrate
liberty
che
si
stagliano
sul
fondo
e
fanno
filtrare
e
colorano
di
luce
la
scena.
Poi,
chiaramente
determinanti,
ci
sono
le
interpretazioni
degli
attori.
Su
tutte
spicca
Paola
Gassman
che
con
la
sua
Jaja
appassionata
e
straziata
da
alcol
e
rimpianti
è
fluida
e
naturale
per
tutto
lo
spettacolo
fino
ad
arrivare
all'ultima
scena
in
cui
si
mostra
a
pieno
nella
sua
intensità
e
bravura.
Pietro
Longhi,
nei
difficili
panni
del
Commissario
Maigret,
ricordato
da
tutti
soprattutto
per
l'interpretazione
televisiva
di
Gino
Cervi
(considerato
dallo
stesso
Simenon
la
miglior
versione
della
sua
creatura!),
dà
ottima
prova
di
una
recitazione
decisa,
pacata
e
ferma,
a
volte
(volutamente)
addirittura
monocorde,
come
richiesto
dal
ruolo.
Sylvie,
la
terza
protagonista,
è
interpretata
da
una
frizzante
Miriam
Mesturino
mentre
tra
i
personaggi
di
contorno
spicca
Pierre
Bresolin
nel
ruolo
dell'ispettore
della
polizia
locale,
chiamato
di
tanto
in
tanto
ad
alleggerire
il
ritmo
dell'inchiesta
e
del
racconto.
E
se,
inevitabilmente,
lo
spettacolo
parte
lento
e
i
primi
momenti
risultano
più
monotoni
a
causa
della
lunga
chiacchierata
tra
ispettore
e
commissario
con
l'esposizione
del
delitto,
dei
fatti
e
delle
piste
da
seguire,
subito
dopo,
con
l'ingresso
degli
altri
personaggi
e
l'evolversi
della
vicenda,
la
storia
prende
vita
e
lo
spettacolo
tiene
avvinto
il
pubblico
per
più
di
due
ore
.
Caldi
applausi
alla
fine.
L'augurio
è
che
"Maigret
al
Liberty
Bar"
possa
essere il primo esperimento teatrale che apra il sipario su un fortunato filone giallo.
Articolo di: Michela Staderini
http://www.saltinaria.it/recensioni/spettacoli-teatrali/maigret-al-liberty-bar-teatro-manzoni-roma-
recensione-spettacolo.html
Autore: Bill Manhoff
Regia: Silvio Giordani
Genere: commedia
Compagnia/Produzione: Centro teatrale artigiano
Cast: Rita Forte - Pietro Longhi
“Il
gufo
e
la
gattina”
di
Bill
Manhoff
è
una
straordinaria
macchina
per
attori.
Una
favola
moderna
tra
grottesco
e
paradosso,
basata
su
una
comica
astrazione:
due
mondi
opposti
che finiranno per comunicare.
La
commedia
tratta
temi
importanti
come
sesso,
incomunicabilità,
solitudine
e
frustrazione,
passando
però
sopra
a
tutto
una
mano
di
vernice
così
brillante
che
riesce
a
farci
ridere e divertire anche mentre riflettiamo.
Personaggi
di
scontrosa
tenerezza
con
sogni
sproporzionati
alle
proprie
capacità,
Felix
(il
gufo,
commesso
di
libreria
e
scrittore
fallito)
e
Doris
(gattina
attricetta-squillo
con
poca
cultura
e
nessuna
possibilità
artistica)
si
incontrano
e
si
scontrano,
imparando
a
farsi
compagnia,
fino
a
riconoscere
di
non
poter
più
fare
a
meno
l’uno
dell’altra.
Commedia
di
fresca
e
travolgente
simpatia,
ma
anche
di
spietata
sincerità,
non
sfigura
al
confronto
di
altri
grandi
successi
del
cinema
e
del
teatro
con
una
simile
architettura.
Si
pensi
a
Pigmalione
,
Educando Rita, My Fair Lady o a Colazione da Tiffany.
Lo
schema
del
“Gufo”
apparentemente
insensibile
al
fascino
femminile
e
della
“Gattina”
da
acculturare
perché
rozza
e
svampita,
ma
portatrice
di
un
travolgente
carisma
sessuale,
ha
sempre
funzionato
sia
come garanzia di comicità sia come una delle più belle ( tra le tante possibili ) storie d’amore.
LE FOTO DI SCENA SONO DI STEFANO GIORGI
diretto da Pietro Longhi e Daniela Petruzzi
Centro Teatrale Artigiano
Sede Fiscale: Via Monte Zebio 14/c 00195 Roma
Partita Iva e Codice Fiscale: 13195511004
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